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PERCHE’ YOGA PER LO SVILUPPO DELLE POTENZIALITA’
Lo Yoga occupa nella cultura contemporanea uno spazio complesso e difficilmente definibile (pratica per il benessere e per la forma psico-fisica, cammino iniziatico/esoterico, ricerca spirituale e/o religiosa, ecc.).
Affondando le proprie radici in una tradizione millenaria più articolata di quanto comunemente si pensi, lo Yoga (per rispondere anche ad esigenze di mercato) viene oggi presentato con una molteplicità di approcci e di metodologie così differenti tra loro che chi vi accosta per la prima volta può restare disorientato.
Yoga per lo Sviluppo delle Potenzialità considera questa disciplina come una antropotecnica, “cioè come un insieme organizzato e storicamente variabile di saperi, di prassi e di metodi di esercizio” (Mori 2016) con cui l’uomo cerca da millenni di cambiare, ampliandolo, il suo potenziale spazio di percezione, di conoscenza e di azione all’interno della propria realtà esistenziale.
In estrema sintesi, lo Yoga, pur senza disconoscerne la storia e rimanendo saldamente ancorati agli insegnamenti tradizionali, può essere oggi considerato un metodo con cui l’uomo può approfondire la conoscenza di sé e del proprio modo di interagire a differenti livelli (somato-sensoriale, psico-emozionale, comportamentale e sociale) con il mondo che lo circonda, cercando in questa conoscenza la chiave per un cambiamento che renda pienamente disponibili le sue potenzialità.
QUALE YOGA?
L’APPROCCIO VINIYOGA
Tra coloro che in età contemporanea hanno rivitalizzato e dato coerenza allo Yoga, T. Kṛṣṇamācārya è senz’altro uno dei personaggi più significativi.
I nomi di alcuni tra i suoi più celebri discepoli, come quello di K. Pattabhy Jois e B.K.S. Iyengar, che hanno contribuito alla diffusione della disciplina in Occidente, sono largamente conosciuti tra i praticanti di tutto il mondo. Forse meno universalmente conosciuto è T.K.V. Desikachar figlio di Kṛṣṇamācārya ed erede più diretto degli insegnamenti da lui sviluppati nella parte conclusiva della sua lunga vita.
E’ questo insieme di insegnamenti che viene tramandato anche in Occidente col nome di Viniyoga.

LO YOGA SI ADATTA ALLA PERSONA
Il termine Viniyoga, mutuato dagli Yoga Sūtra di Patañjali (uno dei principali classici della tradizione yogica), fa riferimento al livello di partenza di ciascun praticante e all’importantissimo assunto per il quale, secondo Kṛṣṇamācārya è lo Yoga che deve adattarsi a chi lo pratica e non viceversa.
Il livello da cui parte chi inizia un percorso nel Viniyoga abbraccia tutte le sue caratteristiche e componenti: sesso, età, stato di salute, educazione, cultura, sensibilità ed aspirazioni.
Il Viniyoga prevede infatti che la pratica possa prendere forme diverse sulla base delle necessità e delle motivazioni di chi vi si avvicina. Si prevedono per esempio approcci differenti a seconda dell’età e dello stile di vita dei praticanti. C’è uno Yoga rivolto a chi presenta sofferenze e disagi (cikitsā krama), uno Yoga di protezione della salute e di prevenzione (rakṣaṇa krama), uno che favorisce la padronanza di sé e prepara alla trasmissione degli insegnamenti ricevuti (śikṣaṇa krama), uno che lavora più direttamente sullo sviluppo delle potenzialità (śakti krama) ed uno infine che sostiene la ricerca interiore, il raccoglimento, la preghiera (adhyāmtika krama).
LE TECNICHE
Le tecniche grazie a cui si possono perseguire obiettivi ed aspirazioni personali sono basate sui ben noti esercizi corporei (āsana) e respiratori (prāṇāyāma), sul lavoro energetico (mudrā), su una sempre più raffinata capacità di focalizzare la mente (dhyāna) e sulla possibilità di praticare in autonomia (svatantra).
La pratica di queste tecniche va ad inserirsi in un contesto più ampio di osservazione e di ascolto di sé anche per ciò che riguarda la relazione tra mondo esterno e realtà personale (yama e niyama), alla ricerca di un equilibrio tra tutte le componenti dell’esistenza individuale e sociale.
Il Viniyoga si propone dunque di raggiungere praticanti di ogni tipo, modellandosi sulle esigenze particolari di ciascuno, sia all’interno di un contesto di pratica collettiva (la modalità più largamente diffusa in Occidente), sia all’interno di una relazione individuale tra allievo ed insegnante.
Si può quindi affermare, sintetizzando un pensiero di Claude Maréchal (allievo di Desikachar, ed interprete esemplare dei suoi insegnamenti secondo i principi appena enunciati) che il Viniyoga non è una scuola, né uno stile speciale di yoga, ma un metodo capace di fornire la direzione e l’attenzione più appropriate perché la disciplina possa dare i suoi frutti. Il che implica, pur nel rispetto delle fonti, una totale libertà di azione per il praticante e per l’insegnante.